Questo sito utilizza cookie, anche di terze parti, per migliorare la tua esperienza e offrire servizi in linea con le tue preferenze. Chiudendo questo banner, scorrendo questa pagina o cliccando qualunque suo elemento acconsenti all’uso dei cookie. Se vuoi saperne di più o negare il consenso a tutti o ad alcuni cookie vai alla sezione
Presidente

Presidente

Lunedì, 23 Dicembre 2013 20:36

L'insula di Piazza Amendola


Al di sotto dell'attuale Piazza Amendola, gli scavi hanno riportato alla luce parte di un isolato che si affacciava su una strada basolata, il decumano massimo della città antica. Di quest' isolato sono stati scavati ambienti a pianta rettangolare  con probabile funzione di tabernae, un termopolio e una fontana pubblica rivestita di malta idraulica.
Un saggio condotto al di sotto delle pavimentazioni tarde dell’ambiente centrale ha permesso di individuare resti di un edificio databile alla fine del IV inizi del III sec. a. C..Le muratore di blocchi squadrati e argilla, montati a scacchiera, delimitano uno spazio quadrangolare all’interno del quale sono visibili due gradoni tagliati nella roccia, collegati da gradini. Tali caratteristiche strutturali e  la presenza di un altare, nella fase edilizia datbile al II sec. a.C. permettono di identificare questo edificio con  il bouleuterion, sala del consiglio, della città preromana.
Lunedì, 23 Dicembre 2013 20:35

Il macellum, le terme e il foro

A sud del decumano massimo, si è individuato un isolato con strutture murarie che si affacciano su una pavimentazione in larghi basoli, al di sotto della quale è ancora visibile una struttura fognaria in opera incerta. L'isolato è databile al I sec. a.C., per la presenza di strutture in opera quasi reticolata, ed è identificabile con certezza come un'area pubblica del municipium romano. Tra il decumano e le strutture di questo isolato si sono rinvenute strutture in cementizio identificati per la forma e le dimensioni come resti dell’edificio del mercato, il macellum.
Il macellum si configura come una struttura di collegamento tra gli edifici superiori ed il foro, andando ad occupare lo spazio, antistante l’edificio per riunioni, che dalla metà del II secolo era delimitato da portici in laterizio che vengono inglobati nel podio.
Si tratta di una piazza molto allungata delimitata da botteghe nel settore ovest, e dalla strada a nord, addossato ai portici del foro a sud. Il dislivello tra la terrazza centrale e il foro viene risolto con la costruzione di due sostruzioni in cementizio, a perimetro poligonale irregolare, con un pilastro centrale a pianta poligonale da cui partono quattro volte a vela che si appoggiano sul perimetro del tamburo in cementizio, su cui era anche l’alloggiamento dei blocchi di rivestimento dell’alzato.
Sul lato est si addossano al podio del macellum un ambiente lungo e stretto, forse una via tecta, ed un’aula rettangolare. Sul lato sud un lungo muro in opera quasi reticolata, addossato alle sostruzioni, costituisce la parete di fondo del un porticato, di cui restano due blocchi della crepidine e parte della pavimentazione che delimita il foro.
Gran parte della pavimentazione del foro è andata perduta e frane della roccia, dovute ai ripetuti eventi sismici di età antica e moderna, hanno comportato notevoli cambiamenti nell’area, ma il fatto che dal tratto basolato conservato da via Canali fino alla chiesa madre sia attestata un’unica quota assoluta, intorno ai 648,80 m. s.l.m, assicura che il foro occupava completamente questa spianata rocciosa.
L’ultimo isolato interessato da strutture riferibili al foro, è sorretto a valle da grandi archi con conci in pietra nel livello inferiore, disposti secondo l’andamento della curva di livello.  Sullo sviluppo di questi si poggiavano strutture a volta in opera cementizia che raccordavano il dislivello al piano roccioso testimoniato anche nella attuale piazza Giuliani.
 Tra la fine del I e l'inizio del II sec. d.C. quest'area fu interessata da una fase di ristrutturazione, con la costruzione di un imponente edificio che s'innestò nell'impianto precedente, modificandolo radicalmente. Esso si articolava in tre navate, delle quali si conservano quella centrale, consistente in un'ampia aula absidata, e una delle due ali laterali, quella nord, pavimentata con un mosaico a motivi geometrici in bianco e nero, datato alla metà del II sec. d.C. Questa navata era collegata a quella centrale absidata da una nicchia semicircolare, che in età medievale divenne un pozzo. In una fase successiva, forse tra la fine del III egli inizi del IV sec. d.C., l'abside fu ristrutturata e trasformata in una nicchia rettangolare, con pareti e pavimento rivestiti di lastre marmoree. In questa fase l'aula centrale fu pavimentata con un mosaico figurato, di cui si conserva una figura di Eracle con leontè su un prato fiorito. Tra il VI e il VII sec. d.C., infine, l'abside venne chiusa  da un muro e il pavimento a mosaico integrato in uno in cocciopesto. L'edificio, per la presenza delle strutture di un praefurnium,forno per la produzione del calore, è identificabile con certezza con le terme.
Lunedì, 23 Dicembre 2013 20:34

Edificio pubblico di via Di Vona

L'edificio composto da un unico ambiente a pianta rettangolare si apre a sud di via Di Vona. La fronte del monumento è costituita da due pilastri realizzati con laterizi e blocchi di pietra. I muri perimetrali sono costruiti con blocchetti lapidei; al paramento murario era fissato un rivestimento in lastre marmoree. L'intera superficie è pavimentata con un mosaico. Una cornice composta da una banda bianca seguita da due fasce più strette di colore verde e bianco e da un filetto nero, circoscrive una griglia di ottanta quadrati.
Lunedì, 23 Dicembre 2013 20:32

L'isolato di porta San Mauro


In località S. Mauro, circa 1 km a sud-est di Buccino, a monte della sponda settentrionale del fiume
 Bianco, sono visibili i resti di mura di terrazzamento messi in luce da recenti scavi archeologici americani. Sono mura costruite nella tecnica poligonale, che fungevano da terrazzamento a un tempietto. Si datano alla fine del III secolo a.C.. Su uno dei blocchi angolari del lato meridionale è scolpito un simbolo apotropaico. Il tempietto posto al centro dell'area è costituito da un rettangolo orientato da est a ovest; sul lato meridionale è visibile una struttura che si dispone a forma di L; lungo il lato occidentale sono tre ambienti quadrati di diversa grandezza, probabilmente funzionali alla vita del santuario. Il santuario cessa nella prima metà del I sec. a.C. , ma non viene allora meno l'uso dell'area, occupata in età imperiale probabilmente da una villa rustica, di cui rimane una serie di ambienti intorno a un cortile centale.

Lunedì, 23 Dicembre 2013 20:31

Il complesso di piazza Castello


Nel corso di varie fasi furono realizzati complessi monumentali. Queste strutture sono formate da numerose lastre marmoree, tessere di mosaici e frammenti di iscrizione e si può ipotizzare dovessero avere funzione pubblica. Sulla terrazza meridionale si sviluppa il criptoportico in opera cementizia, databile all'età repubblicana. Oltre il criptoportico vi sono numerosi ambienti a pianta quadrangolare. Si tratta di botteghe romane (tabernae), realizzate sfruttando il dislivello altimetrico del complesso.

Lunedì, 23 Dicembre 2013 20:30

Il castello Normanno-Angioino


Il complesso monumentale del castello, che a partire dal XII occupò l’area dell’antica arce, presenta diverse fasi di vita che ne attestano un uso prolungato compreso tra il XII e il XX sec. d. C.. L’analisi della planimetria consente di definire il progressivo ampliamento della struttura con numerosi interventi di ristrutturazione e di rifunzionalizzazione. Al XII sec. d.C. risale la costruzione della torre quadrata (mastio), unica testimonianza della fase normanna del Castello. Tale impianto rimane inalterato fino alla fine del XIII – prima metà del XIV sec. d.C. , quando il Castello, sotto l’impulso della dominazione angioina, è interessato da una imponente riorganizzazione strutturale. La collina viene munita di un apparato difensivo costituito dal fossato con due torri circolari e da una doppia cinta muraria.
Quella interna, immediatamente a ridosso del maschio e difesa da due torri circolari sul versante orientale, definisce la corte destinata ad accogliere gli spazi abitativi e di lavorazione: quattro ambienti di diverse dimensioni lungo il versante settentrionale e orientale, una grande cisterna con annesso ambiente di servizio nella parte meridionale. Nel corso dell’età angioina l’area perimetraa dalla cinta muraria esterna, è occupata da ambienti riconducibili a strutture di accoglienza e magazzini. Tra il XVI ed il XVII sec. d.C.  il Castello subisce un progressivo abbandono, testimoniato dai progressivi strati di riempimento del fossato e dai livelli di obliterazione rinvenuti nell’ambiente identificato come scuderia. La ripresa di un’occupazione intensiva della collina si colloca tra il XVIII  e il XIX sec. d.C. .
La riorganizzazione della corte interna, occupata lungo il margine settentrionale da una stalla, e la creazione di un sistema di drenaggio delle acque definiscono un sostanziale cambiamento nella destinazione d’uso degli spazi. Nel corso del XIX sec. d.C. il Castello assume la fisionomia di una fabrica testimoniata da quattro grosse calcare, localizzate lungo il versante settentrionale della collina, e da numerose fosse di spegnimento della calce nella parte meridionale. Successivamente, il Castello fu abbandonato e, fino alla vigilia dell’intervento per la realizzazione del Parco archeologico urbano dell’antica Volcei, è stato utilizzato come discarica; l’accumulo progressivo di strati di pietre e terra ha determinato l’obliterazione delle strutture.

Lunedì, 23 Dicembre 2013 20:27

Il complesso rupestre di via egito


'ruine de terremoti' così indicate dall'arciprete Bartolomeo Bardaro nel 1589, le pendici nord del centro storico a partire dal castello. L'idagine archeologica ha dovuto constatare la veridicità dell'indicazione del prelato buccinese; infatti degli edifici che occupavano l'area, tra cui il teatro, non restano che pochi frustuli.

Lungo Via Egito è visibile un terrazzamento su tre livelli. Nel corso del VI-VII sec. d.C. esso fu trasformato in un insediamento rupestre che ricalca le strutture dei Sassi di Matera, con una serie di grotte scavate nella roccia e rivestite in parte in muratura. Esse furono utilizzate dapprima come abitazioni in grotta, con annesse stalle, e successivamente come cantine che rimasero in uso fino al sisma del 1980. L'impianto originario di questo complesso rupestre è stato interpretato come insediamento eremitico legato a presenze orientali-bizantine. Questo è confermato dalle fonti antiche, che attestano la presenza a Buccino di eremiti orientali e il nome stesso di Via Egito, ricorda la presenza in questo luogo di una chiesa dedicata a San Giovanni d'Egitto.

 Oggi è luogo di importanti manifestazioni tra cui la rievocazione storica Historiae Volceianae. (www.historiaevolceianae.it) 

Domenica, 22 Dicembre 2013 15:29

Soci

NON PUBBLICARE 






Arguto Giuseppe

Caputo Pasquale

Cariello Maurizio

D'Angelo Concetta

Di Leo Annibale

Di Stasio Francesco

Gerbasio Antonio*

Giglio Alessandra

Iuorio  Francesco

Iuorio  Giuseppina

Martino Vito

Murano Biagio*

Nardiello Dino

Nardiello Marcello

Palumbo  Mara

Pepe Anna

Poeta  Alessia

Poeta Cinzia

Poeta  Luisa

Poeta Vito

Risi Lucia*

Roviello Mariarosa*

Sacco Angela

Salimbene Salvatore

Salimbene Lucia*

Scalcione Mario

Solitro Nicola

Torricelli Fabio*

Trimarco Marcello

Trimarco Maria Grazia

Venerdì, 20 Dicembre 2013 19:36

Iscrizione U.N.P.L.I. Campania 2018




TESSERA NAZIONALE SOCIO U.N.P.L.I. 2018   n. 7059


Venerdì, 20 Dicembre 2013 19:29

Ratifica E.P.T. Salerno

Pagina 3 di 4

Console Debug Joomla!

Sessione

Informazioni profilo

Utilizzo memoria

Queries Database