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Non categorizzato

Non categorizzato (47)

Martedì, 08 Settembre 2015 09:42

Tempio di Via S. Spirito

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La costruzione del tempio a podio di Via Santo Spirito, comunemente noto come Caesareum, è databile intorno alla metà del I sec. a.C. (60-50 a.C.). Si tratta di un edificio di piccole dimensioni, di cui sono andati perduti gli elementi dell'alzato tranne il podio che è rimasto sempre a vista, come basamento dei successivi edifici. Esso poggiava su una fondazione in conglomerato di pietre e malta che livellava la naturale pendenza del sito. Sul lato sud, dove la pendenza era più marcata, tale fondazione fu contenuta da un muro di terrazzamento in opera incerta, successivamente rinforzato con la costruzione di una galleria a volta in opera cementizia, che ebbe anche funzione di cisterna di raccolta delle acque piovane. Essa è oggi utilizzata come percorso e permette di vedere il lato sud del podio del tempo, che è stato inglobato nelle strutture del palazzo moderno.

In epoca cristiana il tempio fu utilizzato come chiesa, che ricevette il nome di "Santo Spirito". Oggi è utilizzato come abitazione privata.

FOTO 24-25

Martedì, 08 Settembre 2015 09:41

Edificio Terrazzato

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IN AGGIORNAMENTO
Martedì, 08 Settembre 2015 09:39

Porta Consina - Struttura difensiva

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Chiamata così perché rivolta verso Conza, è posta ad ovest del centro storico e in epoca medievale ha sostituito l'antica porta romana che sorgeva in posizione più avanzata, in corrispondenza dell'attuale Palazzo Ducale. L'attuale strada medievale che unisce Porta Consina all'altra porta della città, Porta San Mauro, ricalca l'antico decumano massimo, che fin dall'epoca ellenistica ha costituito l'asse portante dell'urbanistica della città.

FOTO 15-16

Martedì, 08 Settembre 2015 09:38

Chiesa S. Maria Solditta

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Foto tratta dalla Voce di Buccino (1995) 
 
Martedì, 08 Settembre 2015 09:27

Museo Archeologico Nazionale "M. Gigante"

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Il Museo Archeologico Nazionale di Volcei vuole ripercorrere, attraverso i reperti in esso raccolti, la lunga e affascinante storia delle popolazioni che nei secoli hanno abitato le colline sulle quali si affacciano i monti Alburni.

Il Museo è intitolato alla memoria di Marcello Gigante, illustre cittadino di Buccino, filologo raffinato e sensibile, ellenista e papirologo, fondatore, tra l’altro, del “Centro per lo studio dei papiri ercolanesi”, che auspicò sempre vivamente l'istituzione del Museo Archeologico.

La struttura suggestiva che ospita i reperti è un edificio quattrocentesco già convento degli eremitani di Sant'Agostino con una superficie completamente restaurata di circa 1600 mq ora distribuita sui quattro livelli attraverso cui si snoda il percorso espositivo.

 

ORARI DI APERTURA:

Il Museo è al momento chiuso per lavori

Per le visite guidate si consiglia la prenotazione al numero 339 31 19 217.

Domenica, 29 Dicembre 2013 15:01

Breve storia di una città

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Dagli altopiani che si affacciano sulle ampie vallate, dove si uniscono i fiumi Platano e Tanagro,  territorio antico e crocevia di genti e di culture, naturale raccordo di itinerari fluviali e terrestri si domina la valle del Sele,.
Qui sorse la città di Volcei, la cui rilevanza storica è tutta riassumibile nella  posizione di controllo sulla bassa valle del Tanagro, sulla piana del Sele e sul golfo pestano.
Nel corso del IV sec. a. C., un gran numero di insediamenti si distribuisce sul territorio, così nuove famiglie entrano nel gruppo dell’ l'aristocrazia locale, legata a santuari come quello di S. Stefano. E’ il primo passo verso la formazione di una società strutturata e socialmente stratificata, che pone le basi per la fondazione del centro urbano, avvenuta alla fine del secolo.
La polis, in alto sulla collina, difesa da alte mura turrite, si organizza con assi viari che collegano le porte. Ai lati delle strade, edifici pubblici e privati. Al centro dello spazio urbano, il bouleuterion, l'edificio in cui si riunisce il Consiglio, che racchiude in sé l’essenza stessa della città e del suo vivere civile.
Alla fine del III sec. a. C. avviene lo scontro con Roma: se la storia dei vincitori, raccontata da Livio, riferisce che i Volceiani furono solo rimproverati dai Romani per aver parteggiato per Annibale e la città venne risparmiata, la ricerca archeologica testimonia invece, nel territorio, violente distruzioni di fattorie e santuari.
Inizia da allora il processo di romanizzazione della città, ben visibile nei resti monumentali dei grandi edifici e nel complesso dell’arce.
Dal momento della conquista romana, tra la fine del III e la metà del II sec a. C., anche il territorio è segnato da eventi importanti, primo fra tutti la realizzazione della via consolare che univa Reggio Calabria a Capua, da dove partiva la via Appia verso Roma.
Viam fecei ab Regio ad Capuam” recita l'iscrizione anonima nota come Elogium di Polla.
Gran parte del percorso della strada antica si è conservato nelle trame di un reticolo viario secondario ancor oggi in uso. La via consolare si intreccia con una fitta ragnatela di stradine di collegamento e mulattiere che conserva l’andamento delle strade centuriali tracciate dagli agrimensori per le assegnazioni delle terre previste dalle leggi dei Gracch
All’interno dei lotti individuati si trovano molte delle ville romane costruite nel territorio di Volcei. Alcune sono state riportate alla luce, come la villa che si trova nel territorio comunale di Auletta, immersa ancor oggi, come doveva essere in età romana, in un panorama naturale chiuso a sud dalle creste dolomitiche dei monti Alburni e dominato dal verde di rigogliosi uliveti.
La magnificenza delle decorazioni architettoniche dei monumenti funerari, conservati nel territorio come lo sfarzo dei mosaici delle ville , testimoniano un processo di accumulo di ricchezza, già in età repubblicana, conclusosi con la formazione diffusa dei latifondi. Per la famiglia degli Instei, i cui membri in età imperiale raggiunsero il rango di senatori, le iscrizioni note documentano proprietà da Auletta e Caggiano fino a Polla.
La ricchezza del territorio si riflette nelle vicende della città quando, nella seconda metà del I sec. a. C. si struttura il municipium di Volcei.
E' in questa fase che vengono costruiti edifici complessi come il mercato, e le terme, che collegano le terrazze già precedentemente urbanizzate con l’ampia spianata rocciosa a sud del decumano, su cui si imposterà il foro; allo stesso tempo vengono restaurati gli edifici esistenti conservandone, probabilmente, le funzioni.
La città diviene spazio ideale per i simboli del potere: le iscrizioni con dediche a Tito Statilio Tauro, amico di Augusto e forse volceiano di origine, ad Augusto stesso e ad Agrippa Postumo, le statue onorarie femminili in marmo greco, le lastre di rivestimento e le cornici in marmo che adornano le vie cittadine sono manifestazione concreta di questo potere.
I frutti di tanto lavoro, però, non durarono a lungo: pochi anni dopo, intorno alla metà del I sec. d. C., un terremoto rase al suolo l'intero centro urbano.
La ricostruzione fu lunga e difficile, ed è solo verso la metà del II secolo che la città appare riorganizzata, con il restauro e la ricostruzione di gran parte degli edifici danneggiati dal sisma: tra questi il Caesareum, tempio dedicato al culto degli imperatori, di cui resta l’architrave con la dedica del nuovo edificio ricostruito dalla famiglia degli Otacili.
Molte delle iscrizioni funerarie di II sec. d.C. , pur riutilizzando architravi ed elementi architettonici di edifici precedenti, testimoniano una società civile vivace ed articolata. Sono ora attestati alcuni collegia come quello degli Augustali, sacerdozio nato per il culto di Augusto e poi preposto a quello degli imperatori, o quello dei Dendrophori, i sacerdoti di Cibele, che ogni anno, in onore della dea orientale, portavano in processione l'albero di pino considerato sacro.
Più tardi, in età costantiniana, l’iscrizione della torre del castello normanno, con il suo lungo elenco di pagi e di proprietà, documenta ancora una volta la complessa articolazione del territorio. Più volte restaurata, ma priva di un programma di recupero del complesso urbanistico, Volcei perde la sua egemonia sul territorio: le risorse economiche vanno concentrandosi nelle ville, poste al centro di grandi proprietà terriere, che sopravvivono fino all’alto medioevo dando origine agli attuali insediamenti.
Un nuovo evento naturale, forse ancora un terremoto, dopo il VII sec. d. C., torna a danneggiare irrimediabilmente il centro urbano. Il ruolo di sede di rappresentazione del potere viene assunto da Conza, che diviene diocesi assorbendo il territorio che fu di Volcei.
In tale contesto va inserito l’insediamento rupestre, sul fianco nord del colle, di una comunità di monaci eremiti legati a S. Giovanni d’Egitto, di cui sopravvisse  il culto nella parrocchia locale.
Con l’arrivo dei Normanni e la costruzione della torre del castello, i resti degli edifici antichi divengono punto di riferimento e base della nuova città , che va progressivamente riorganizzandosi, portando anche nel nome le radici della propria storia.
“Alcuni lo hanno chiamato Vocino, ma per quello che antiquamente vi sono scritto in pietre antiche, et successivamente ho inteso da dotti vecchioni, si nomina vulceiana civica” … Così scrive Bartolomeo Bardaro, che alla fine del 1500, disegna l’immagine della città più vicina a quella antica.
Domenica, 29 Dicembre 2013 15:00

Il Parco archeologico urbano dell’antica Volcei

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L'intero centro storico di Buccino fu fortemente danneggiato dal terremoto del 1980 e il successivo programma di ricostruzione è stato convertito, dall'Amministrazione Comunale, per richiesta della Soprintendenza Archeologica di Salerno, che ne aveva individuato il rilevante interesse storico-archeologico, in un piano di recupero e di restauro.
L'area archeologica di Volcei si presenta oggi come uno splendido esempio di archeologia urbana, ad  essa è stato dato il nome di Parco Archeologico urbano dell'Antica Volcei  perché  si sviluppa interamente sotto l'antico centro storico di Buccino.
Questo ha permesso di realizzare un parco archeologico  unico nel suo genere, una città nella città, nel quale i ritrovamenti antichi si fondono armonicamente con le strutture medievali e recenti presenti nel tessuto urbano, il posto dove antichità e quotidianità sono tutt'uno.
Domenica, 29 Dicembre 2013 14:56

L’arce

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Un complesso con tre terrazze monumentalizzava le pendici sud dell’arce: al livello dell’asse centrale erano un’aula pavimentata con un mosaico geometrico, a cassettoni con rosetta centrale, databile intorno nella seconda metà del I sec. a C. e una fontana. Non è chiara la funzione della terrazza intermedia, utilizzata in età medievale per la costruzione di case con cantine tagliate nella roccia. Restano tracce di gettate cementizie e di gradinate che potrebbero suggerire la presenza di un percorso di accesso all’arce da sud.
Un lungo edificio (m 60 x 12) di sostruzione in opera cementizia, coperto a volta, sosteneva l’ultima terrazza; nulla resta dell’alzato di questo edificio, né è possibile coglierne le funzioni, ma il riutilizzo nel basamento della torre di una famosa iscrizione catastale tardoromana rende suggestiva l’ipotesi vi fosse ubicato il tabularium. Un edificio quadrato conservato nel basamento della torre normanna del castello che occupa in età medievale tutta l’area dell’arce. Sicuramente si tratta di un tempietto a podio, come dimostrano le tracce dei tagli nella roccia per l’alloggiamento di blocchi di rivestimento, individuati nel lato nord della torre e una lastra di pavimentazione disposta sul cementizio ad est. Che questo tempio, orientato ad est (con solo 5° di declinazione verso sud), possa svolgere funzioni di un’auguraculum posto sull’arce è per ora un’ipotesi suggestiva tutta da provare.
La piazza superiore, occupata dal tempietto a podio e da altri edifici ora perduti, era probabilmente chiusa da portici cui sembrano appartenere basi di colonne rinvenute nella piazza castello.
Domenica, 29 Dicembre 2013 14:52

Porta Sant'Elia

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Una terza porta, rivolta verso ovest, di epoca medievale nell’aspetto attuale, è situata nella parte sud dell’abitato e chiude la via S. Elia. Essa conserva nelle strutture tracce delle precedenti fasi, sia di età preromana quando doveva configurarsi in maniera molto simile a Porta S. Mauro, con un solo arco di passaggio, sia di età romana quando invece fu ampliata con un passaggio pedonale più piccolo affiancato a sud all’arco centrale.

Domenica, 29 Dicembre 2013 14:51

Porta San Mauro

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All’estremità del versante est del colle è posta la porta detta di S. Mauro. L’attuale distribuzione degli spazi all’interno dell’ isolato ripete  l’organizzazione planimetrica antica con le fondazioni meridionali che si impostano direttamente sulla cortina muraria esterna. Le cortine murarie e i contrafforti di contenimento furono più volte restaurate a seguito di frequenti smottamenti del colle. 

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