For the aims of developing the scenario “Chemistry/Ceramics and colors across cultures” in the NEWTON Pilot “GAM LAB”, a representative from QUI! Group, Giuseppe Guarino and from ATOS Slovakia, Michal Mjartan, the NEWTON Advisory Board, Prof. Domenico Cariello and a teacher from “Da Procida” Institute, Prof. Maria Rosaria Citarella, visited the National Archeological Museum of Volcei “Marcello Gigante” in Buccino (Salerno), Italy on December 7th 2017.
Main goal was to choose some characteristic and interesting cultural artefacts from the Museum to be then virtualized in a 3D environment in order to be handled by students for learning ceramics historic peculiarities and specific details behind their shape and use.
For this reason, and courtesy of the specific concession n.14/2017 of Ministero per i Beni e le Attività Culturali e del Turismo – Soprintendenza Archeologica, Belle Arti e Paesaggio di Salerno e Avellino previously obtained from of Prof. D. Cariello, a deeper visit to all rooms of the Museum was helpful for identifying the historical periods and the related ceramic artefacts. The technical description provided by the Responsible of the Museum, Dr. Adele Lagi, who explained clearly and accurately the reasons behind the creation and use of each object was important to learn specific details regarding the ceramics of those periods and drive to the more appropriate choice. From this situation, a nice and profitable discussion among all participants took place in which cultural, historical and mythological aspects of the artefacts in the Museum were highlighted and learned.
Later, the operations for virtualizing the set of ceramic artefacts chosen from the Museum started.
Professional video recordings and photo shootings sessions of about ten objects in a 360°- view were then taken through specific technical instruments provided by the specialized technicians from NEWTON Partner ATOS Slovakia.
"Il Parco Archeologico dell'Antica Volcei" è stato definito "urbano" perché esso si sviluppa interamente sotto l'antico centro storico del comune di Buccino. La sua specificità è data dalla circostanza che l'area urbana dell'antica Volcei, municipio romano, coincide esattamente con il centro storico attuale, che ne conserva l'impianto stradale e il perimetro delle mura. Per questa sua peculiarità esso rappresenta ormai una realtà di grande interesse scientifico e d' enorme fascino.
L'intero centro storico è stato fortemente danneggiato dal terremoto del 1980. Il successivo programma di ricostruzione è stato convertito dall'Amministrazione comunale, per richiesta della Soprintendenza Archeologica di Salerno, in un piano di recupero e di restauro. E' stato così possibile procedere all'esplorazione sistematica dei livelli sottostanti o inglobati nei fabbricati e portare alla luce in tal modo importanti testimonianze della città romana, senza compromettere la stabilità della città sovrastante.
Questo ha permesso di definire un progetto di "parco archeologico urbano" unico nel suo genere, una vera e propria città nella città, nel quale i ritrovamenti antichi si fondonoarmonicamente con le
strutture medievali e recenti presenti nel tessuto urbano, inserendosi nei normali ritmi di vita della comunità.
E perciò possibile affermare che Buccino abbia creato un'inedita forma di sito archeologico, nel quale antichità e quotidianità sono un tutt'uno.
Foto 1 veduta paese
I QR Code (Quick Response) sono un’evoluzione del tradizionale codice a barre. Con i codici QR è possibile rappresentare in un grafico bidimensionale più di 4.000 caratteri alfanumerici. I QR Code possono essere stampati su manifesti, libri, siti aziendali, cartelloni pubblicitari. L’immagine può contenere messaggi, foto, link, dati e informazioni a cui puoi accedere rapidamente. Per poter utilizzare i codici basta avere uno smartphone con una fotocamera e un lettore di codici installato. Ce ne sono tantissimi, disponibili sui vari store per ogni piattaforma, eccone alcuni, a nostro avviso i migliori, per ogni piattaforma mobile.
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Dagli altopiani che si affacciano sulle ampie vallate, dove si uniscono i fiumi Platano e Tanagro, si domina la valle del Sele dove, fin dal terzo millennio avanti Cristo, l’uomo ha lasciato le tracce della sua presenza. Un territorio antico, crocevia di genti e di culture, naturale raccordo di antiche strade ed itinerari fluviali. Qui sorse la città di Volcei, della quale, nelle fonti storiche, rimanevano solo brevi accenni e il ricordo del nome, mutato nel corso del tempo nell'attuale Buccino; la sua rilevanza storica è tutta riassumibile nella posizione di controllo sulla bassa valle del Tanagro, sulla piana del Sele e sul golfo pestano.
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Qui, a partire dalla metà del IV sec. a.C., inizia ad emergere un ceto sociale dominante ed un gran numero di insediamenti si distribuisce sul territorio. Alla fine del IV secolo a. C. nasce la città in alto, sulla collina, difesa da alte mura turrite ed organizzata con assi viari che collegano le porte. |
Alla fine del III sec. a. C. avviene lo scontro con Roma: se la storia dei vincitori, raccontata da Livio, riferisce che i Volceiani furono solo rimproverati dai Romani per aver parteggiato per Annibale e la città venne risparmiata, la ricerca archeologica testimonia invece, nel territorio, violente distruzioni di fattorie e santuari. Al termine della guerra annibalica inizia il processo di romanizzazione della città, ben visibile nei resti monumentali dei grandi edifici e nel complesso dell’arce. Dal momento della conquista romana, tra la fine del III e la metà del II sec a. C., anche il territorio è segnato da eventi importanti, primo fra tutti la realizzazione della via consolare che univa Reggio Calabria a Capua, da dove partiva la via Appia verso Roma. |
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Gran parte del percorso della strada antica si è conservato nelle trame di un reticolo viario secondario ancor oggi in uso. La via consolare si intreccia con una fitta ragnatela di stradine di collegamento e mulattiere che conserva l’andamento delle strade centuriali tracciate dagli agrimensori per le assegnazioni delle terre regolate dalle leggi dei Gracchi. |
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All’interno dei lotti individuati si trovano molte delle ville romane costruite nel territorio di Volcei; alcune sono state riportate alla luce e testimoniano attività produttive e mosaici di pregevole fattura. |
La ricchezza del territorio si riflette nelle vicende della città ed è in questa fase che si struttura il municipium. Nella seconda metà del I secolo a. C. vengono costruiti a Volcei edifici complessi come il mercato, le terme e il foro. |
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I frutti di tanto lavoro, però, non durarono a lungo: pochi anni dopo, intorno alla metà del I sec. d. C., un terremoto rase al suolo l'intero centro urbano. La ricostruzione fu lunga e difficile, ed è solo verso la metà del II secolo che la città appare riorganizzata, con il restauro e la ricostruzione di gran parte degli edifici danneggiati dal sisma. Più volte restaurata, ma priva di un programma di recupero del complesso urbanistico, Volcei perse nel corso del tempo la sua egemonia sul territorio: le risorse economiche si concentrarono nelle ville, poste al centro di grandi proprietà terriere, che sopravvissero fino all’alto medioevo dando origine agli attuali insediamenti. Un nuovo evento naturale, forse ancora un terremoto, dopo il VII sec. d. C., tornò a danneggiare irrimediabilmente il centro urbano. Il ruolo egemone venne assunto da Conza, che divenne diocesi assorbendo il territorio che era stato di Volcei. |
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Con l’arrivo dei Normanni e la costruzione della torre del castello, i resti degli edifici antichi divennero punto di riferimento imprenscindibile e base della nuova città di Buccino, che andò progressivamente riorganizzandosi e testimonia, nel nome, il raccordo con l’antica Volcei. |
Il complesso monumentale, già Castello Imperiali, presenta diverse fasi di vita che ne attestano un uso prolungato, compreso tra il XII e il XX sec. d.C. Ad esso si accedeva dalla parte occidentale, attraverso un ponte levatoio che attraversava un fossato tagliato nel banco roccioso, attualmente visibile. Al XII sec. d. C. risale la costruzione della torre quadrata (mastio), unica testimonianza della fase normanna del castello, che conserva l'originaria ripartizione in tre ambienti sovrapposti. In basso era collocata la cisterna con copertura a botte, trasformata successivamente in ambiente di servizio mediante l'apertura di due finestre.
L'ambiente mediano, anch'esso con copertura a botte, conserva nella parte nord l'ingresso alla torre. A esso si accedeva per mezzo di un ponte volante o di una scala portatile, che in caso di allarme era facile togliere. Da questo livello, attraverso la scala, si accedeva all'ambiente superiore con funzione residenziale, dove si trovano tracce di una scala, probabilmente di età angioina, che testimonia l'accesso al tetto, dove è ancora ben conservato il camminamento di ronda del castello.
L'impianto originario rimase inalterato fino alla fine del XIII prima metà del XIV sec. d. C., quando il castello, sotto l'impulso della dominazione angioina, fu interessato da un imponente riorganizzazione strutturale.
In questo periodo si realizza l'apparato difensivo, costituito da un fossato, che fortifica la parte occidentale del castello, priva di difese naturali, e da una doppia cinta muraria.
La corte interna, immediatamente a ridosso del mastio e difesa da due torri circolari sul versante orientale, delimita una corte destinata ad accogliere ambienti residenziali e di servizio. La corte esterna, invece, delimita un'area occupata da ambienti riconducibili a strutture di servizio e, nel settore orientale, da una scuderia a pianta rettangolare, il cui vano presenta sei pilastri su cui si impostavano gli archi funzionali al sostegno della copertura lignea.
La cinta muraria esterna è collegata da quattro torri, che avevano una funzione di controllo di tutta l'area circostante.
L'unica torre ben conservata è quella sud-ovest, di forma troncoconica, che si addossa al fossato, costituendo, di fatto, il punto di difesa più avanzato del castello in questo settore. Nella parte centrale del lato occidentale, inoltre, si eleva una torretta, detta "spezza tratta", che difendeva questa parte di mura.
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IL Mastio
I lavori eseguiti per la realizzazione del Parco archeologico urbano dell’antica Volcei hanno permesso di elaborare un progetto di lavori integrativi e di completamento di alcuni interventi di più ampia portata.
Il nuovo progetto si propone di completare l’intervento al castello con il ripristino dei solai della torre, resi fruibili anche mediante l’installazione di un elevatore, che permetterà di raggiungere l’ultimo piano, da cui sarà possibile osservare il territorio. Negli ambienti cosi recuperati saranno esposti i materiali rinvenuti nello scavo del castello. Quest’ultimo occupa, con le sue strutture, l’arce della città antica la cui piazza era sorretta da una sostruzione in opera cementizia. Essa funzionava anche da raccordo, attraverso ulteriori terrazzamenti, coni livelli del decumano massimo, l’attuale via Roma.
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Lungo Via Egito è visibile un terrazzamento su tre livelli, antico.Nel corso del VI-VII sec.d. C. esso fu trasformato in un insediamento rupestre che ricalca le strutture dei Sassi di Matera, con una serie di grotte scavate nella roccia e rivestite in parte in muratura. Esse furono utilizzate dapprima come abitazioni in grotta, con annesse stalle, e successivamente come cantine che rimasero
in uso fino al sisma del 1980.
L’impianto originario di questo complesso rupestre è stato interpretato come insediamento eremitico legato a presenze orientali-bizantine. Questo confermato dalle fonti antiche, attestano la presenza a Buccino di eremiti orientali, e dal nome stesso di Via Egito, ricorda la presenza in questo luogo di una chiesa dedicata a San Giovanni d’Egitto,
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Una terza porta, rivolta verso Ovest, di epoca medievale, ma che sembra ricalcare la struttura planimetrica di una porta di età romana, è situata nella zona a sud dell'abitato e chiude la Via Sant'Elia.
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