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Lunedì, 23 Dicembre 2013 20:30

Il castello Normanno-Angioino

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Il complesso monumentale del castello, che a partire dal XII occupò l’area dell’antica arce, presenta diverse fasi di vita che ne attestano un uso prolungato compreso tra il XII e il XX sec. d. C.. L’analisi della planimetria consente di definire il progressivo ampliamento della struttura con numerosi interventi di ristrutturazione e di rifunzionalizzazione. Al XII sec. d.C. risale la costruzione della torre quadrata (mastio), unica testimonianza della fase normanna del Castello. Tale impianto rimane inalterato fino alla fine del XIII – prima metà del XIV sec. d.C. , quando il Castello, sotto l’impulso della dominazione angioina, è interessato da una imponente riorganizzazione strutturale. La collina viene munita di un apparato difensivo costituito dal fossato con due torri circolari e da una doppia cinta muraria.
Quella interna, immediatamente a ridosso del maschio e difesa da due torri circolari sul versante orientale, definisce la corte destinata ad accogliere gli spazi abitativi e di lavorazione: quattro ambienti di diverse dimensioni lungo il versante settentrionale e orientale, una grande cisterna con annesso ambiente di servizio nella parte meridionale. Nel corso dell’età angioina l’area perimetraa dalla cinta muraria esterna, è occupata da ambienti riconducibili a strutture di accoglienza e magazzini. Tra il XVI ed il XVII sec. d.C.  il Castello subisce un progressivo abbandono, testimoniato dai progressivi strati di riempimento del fossato e dai livelli di obliterazione rinvenuti nell’ambiente identificato come scuderia. La ripresa di un’occupazione intensiva della collina si colloca tra il XVIII  e il XIX sec. d.C. .
La riorganizzazione della corte interna, occupata lungo il margine settentrionale da una stalla, e la creazione di un sistema di drenaggio delle acque definiscono un sostanziale cambiamento nella destinazione d’uso degli spazi. Nel corso del XIX sec. d.C. il Castello assume la fisionomia di una fabrica testimoniata da quattro grosse calcare, localizzate lungo il versante settentrionale della collina, e da numerose fosse di spegnimento della calce nella parte meridionale. Successivamente, il Castello fu abbandonato e, fino alla vigilia dell’intervento per la realizzazione del Parco archeologico urbano dell’antica Volcei, è stato utilizzato come discarica; l’accumulo progressivo di strati di pietre e terra ha determinato l’obliterazione delle strutture.

Letto 6627 volte Ultima modifica il Domenica, 29 Dicembre 2013 14:42
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