Questo sito utilizza cookie, anche di terze parti, per migliorare la tua esperienza e offrire servizi in linea con le tue preferenze. Chiudendo questo banner, scorrendo questa pagina o cliccando qualunque suo elemento acconsenti all’uso dei cookie. Se vuoi saperne di più o negare il consenso a tutti o ad alcuni cookie vai alla sezione
Domenica, 29 Dicembre 2013 15:01

Breve storia di una città

Scritto da 
Vota questo articolo
(0 Voti)
Dagli altopiani che si affacciano sulle ampie vallate, dove si uniscono i fiumi Platano e Tanagro,  territorio antico e crocevia di genti e di culture, naturale raccordo di itinerari fluviali e terrestri si domina la valle del Sele,.
Qui sorse la città di Volcei, la cui rilevanza storica è tutta riassumibile nella  posizione di controllo sulla bassa valle del Tanagro, sulla piana del Sele e sul golfo pestano.
Nel corso del IV sec. a. C., un gran numero di insediamenti si distribuisce sul territorio, così nuove famiglie entrano nel gruppo dell’ l'aristocrazia locale, legata a santuari come quello di S. Stefano. E’ il primo passo verso la formazione di una società strutturata e socialmente stratificata, che pone le basi per la fondazione del centro urbano, avvenuta alla fine del secolo.
La polis, in alto sulla collina, difesa da alte mura turrite, si organizza con assi viari che collegano le porte. Ai lati delle strade, edifici pubblici e privati. Al centro dello spazio urbano, il bouleuterion, l'edificio in cui si riunisce il Consiglio, che racchiude in sé l’essenza stessa della città e del suo vivere civile.
Alla fine del III sec. a. C. avviene lo scontro con Roma: se la storia dei vincitori, raccontata da Livio, riferisce che i Volceiani furono solo rimproverati dai Romani per aver parteggiato per Annibale e la città venne risparmiata, la ricerca archeologica testimonia invece, nel territorio, violente distruzioni di fattorie e santuari.
Inizia da allora il processo di romanizzazione della città, ben visibile nei resti monumentali dei grandi edifici e nel complesso dell’arce.
Dal momento della conquista romana, tra la fine del III e la metà del II sec a. C., anche il territorio è segnato da eventi importanti, primo fra tutti la realizzazione della via consolare che univa Reggio Calabria a Capua, da dove partiva la via Appia verso Roma.
Viam fecei ab Regio ad Capuam” recita l'iscrizione anonima nota come Elogium di Polla.
Gran parte del percorso della strada antica si è conservato nelle trame di un reticolo viario secondario ancor oggi in uso. La via consolare si intreccia con una fitta ragnatela di stradine di collegamento e mulattiere che conserva l’andamento delle strade centuriali tracciate dagli agrimensori per le assegnazioni delle terre previste dalle leggi dei Gracch
All’interno dei lotti individuati si trovano molte delle ville romane costruite nel territorio di Volcei. Alcune sono state riportate alla luce, come la villa che si trova nel territorio comunale di Auletta, immersa ancor oggi, come doveva essere in età romana, in un panorama naturale chiuso a sud dalle creste dolomitiche dei monti Alburni e dominato dal verde di rigogliosi uliveti.
La magnificenza delle decorazioni architettoniche dei monumenti funerari, conservati nel territorio come lo sfarzo dei mosaici delle ville , testimoniano un processo di accumulo di ricchezza, già in età repubblicana, conclusosi con la formazione diffusa dei latifondi. Per la famiglia degli Instei, i cui membri in età imperiale raggiunsero il rango di senatori, le iscrizioni note documentano proprietà da Auletta e Caggiano fino a Polla.
La ricchezza del territorio si riflette nelle vicende della città quando, nella seconda metà del I sec. a. C. si struttura il municipium di Volcei.
E' in questa fase che vengono costruiti edifici complessi come il mercato, e le terme, che collegano le terrazze già precedentemente urbanizzate con l’ampia spianata rocciosa a sud del decumano, su cui si imposterà il foro; allo stesso tempo vengono restaurati gli edifici esistenti conservandone, probabilmente, le funzioni.
La città diviene spazio ideale per i simboli del potere: le iscrizioni con dediche a Tito Statilio Tauro, amico di Augusto e forse volceiano di origine, ad Augusto stesso e ad Agrippa Postumo, le statue onorarie femminili in marmo greco, le lastre di rivestimento e le cornici in marmo che adornano le vie cittadine sono manifestazione concreta di questo potere.
I frutti di tanto lavoro, però, non durarono a lungo: pochi anni dopo, intorno alla metà del I sec. d. C., un terremoto rase al suolo l'intero centro urbano.
La ricostruzione fu lunga e difficile, ed è solo verso la metà del II secolo che la città appare riorganizzata, con il restauro e la ricostruzione di gran parte degli edifici danneggiati dal sisma: tra questi il Caesareum, tempio dedicato al culto degli imperatori, di cui resta l’architrave con la dedica del nuovo edificio ricostruito dalla famiglia degli Otacili.
Molte delle iscrizioni funerarie di II sec. d.C. , pur riutilizzando architravi ed elementi architettonici di edifici precedenti, testimoniano una società civile vivace ed articolata. Sono ora attestati alcuni collegia come quello degli Augustali, sacerdozio nato per il culto di Augusto e poi preposto a quello degli imperatori, o quello dei Dendrophori, i sacerdoti di Cibele, che ogni anno, in onore della dea orientale, portavano in processione l'albero di pino considerato sacro.
Più tardi, in età costantiniana, l’iscrizione della torre del castello normanno, con il suo lungo elenco di pagi e di proprietà, documenta ancora una volta la complessa articolazione del territorio. Più volte restaurata, ma priva di un programma di recupero del complesso urbanistico, Volcei perde la sua egemonia sul territorio: le risorse economiche vanno concentrandosi nelle ville, poste al centro di grandi proprietà terriere, che sopravvivono fino all’alto medioevo dando origine agli attuali insediamenti.
Un nuovo evento naturale, forse ancora un terremoto, dopo il VII sec. d. C., torna a danneggiare irrimediabilmente il centro urbano. Il ruolo di sede di rappresentazione del potere viene assunto da Conza, che diviene diocesi assorbendo il territorio che fu di Volcei.
In tale contesto va inserito l’insediamento rupestre, sul fianco nord del colle, di una comunità di monaci eremiti legati a S. Giovanni d’Egitto, di cui sopravvisse  il culto nella parrocchia locale.
Con l’arrivo dei Normanni e la costruzione della torre del castello, i resti degli edifici antichi divengono punto di riferimento e base della nuova città , che va progressivamente riorganizzandosi, portando anche nel nome le radici della propria storia.
“Alcuni lo hanno chiamato Vocino, ma per quello che antiquamente vi sono scritto in pietre antiche, et successivamente ho inteso da dotti vecchioni, si nomina vulceiana civica” … Così scrive Bartolomeo Bardaro, che alla fine del 1500, disegna l’immagine della città più vicina a quella antica.
Letto 18925 volte
Devi effettuare il login per inviare commenti

Console Debug Joomla!

Sessione

Informazioni profilo

Utilizzo memoria

Queries Database