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Cenni Storici

Su di una collina situata tra i fiumi Bianco e Tanagro, circondata da monti e colline, sorgeva l'antica Volcei, odierna Buccino. La posizione geografica del sito che ospita la cittadina, è senza dubbio uno dei motivi determinanti di un'attività antropica che dall'antichità ad oggi si è svolta senza soluzione di continuità. Il paesaggio naturale del territorio di Buccino è arricchito dalla presenza del Parco Dardano-Melara, caratterizzato da un'ampia faggeta, di proprietà comunale, che si estende per circa 100 ettari nel cui sottobosco si trovano, secondo l'andamento climatico, diverse varietà di funghi (porcino, chiodino, ovulo), e del Parco fluviale Sele-Tanagro-Calore, istituito con la Legge Regionale n.33 del 1993, che interessa la località Tempe del Mulino e che comprende la zona di confluenza tra il fiume Tanagro e l'affluente Bianco. Quest'ultima area presenta una folta vegetazione in cui il percorso fluviale si snoda con ampie sinuosità presentando anse ampie e profonde dove trovano rifugio trote, cavedine, anguille. La vegetazione spondale è costituita da canneti, pioppelle, ontano e salici.Si segnalano, infine, imponenti azioni di rimboschimento con conifere operate in località Cornito, su una superficie di circa 22 ettari, in località Costa S. Maria, con un'area di circa 28 ettari, e in località Coste e Carpenino, per circa 38 e 43 ettari, rispettivamente. A partire dall'Età del Ferro il colle diviene il polo attorno al quale si sviluppa l'organizzazione del territorio. I ritrovamenti archeologici risalenti alla fine dell'VIII sec. a.C. si concentrano intorno a quella che sarà la sede definitiva della città. Ne sono testimonianza le aree di necropoli individuate sul colle di Buccino e sulle sue pendici. Nell'ultimo venticinquennio del IV sec. a.C., la costruzione di una città muraria segna la nascita di una città lucana nella sede di quella che sarà il successivo centro romano di Volcei. Titio Livio racconta che durante la seconda guerra punica (218-208 a.C.) Volcei si consegnò al console Fulvio. È da ricordare che al 2 secolo d.c. Si data un'iscrizione che citando un duovir di volcei, magistratura tipica dello statuto delle colonie, ha fatto supporre che la città abbia avuto il titolo di colonia in età antonina. A tal proposito è da tenere in considerazione il fatto che nel 162 d.c. Bruttia Crispina, figlia di Bruttius Praesens, della famiglia senatoriale volceiana dei Bruttii, sposò l'imperatore di Roma Commodo. In età repubblicana e poi augustea, gli scavi evidenziano un notevole sviluppo della città. Un'importante iscrizione catastale costantiniana, conservata nel Mastio del Castello, attesta che ancora nella prima metà del 4 secolo d.c. Volcei era ancora una città ben organizzata con un territorio molto ricco di insediamenti. Dal VI-VII sec. d.C., la città sembra contrarsi e regredire progressivamente finché la maggior parte degli insediamenti diviene precaria. Alla fine dell'età tardo imperiale la città viene quasi totalmente abbandonata, solo nell'XII sec. d.C., in età normanna, con la costruzione del Mastio del Castello, la città sembra rinascere come organismo urbano. Attorno al castello, progressivamente si impiantano nuovi edifici che utilizzano come fondazioni le precedenti strutture. Proprio questo riutilizzo condiziona lo sviluppo della città e l'orientamento degli isolati. Gli assi viari dell'impianto dell'antico municipio romano sono in gran parte ricalcati dalle strade attuali a volte con leggere divergenze e i resti di alcuni edifici di epoca romana, come il tempio dei Cesari, vengono inglobati negli edifici odierni a testimonianza di una continuità che costituisce una delle caratteristiche fondamentali di questo centro abitato.

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